Nel mondo digitale contemporaneo, Internet è diventato una parte essenziale della vita quotidiana per molte persone. Tuttavia, questa connessione costante può trasformarsi per qualcuno, in un problema serio noto come “Abuso di Internet” (o “Uso problematico di Internet” Problematic Internet Use – PIU). Al fine di approfondire questo fenomeno complesso, ritengo che le sintesi di Richard Davis (York University – Canada), che ha stabilito le fondamenta per la comprensione del tema, integrate dagli studi di Scott Caplan (University of Delaware) costituiscano una chiave di lettura esaustiva in grado di catturare tutti gli elementi principali per una comprensione approfondita del problema.
L’uso problematico di Internet secondo Davis
Il Modello di Davis: Il Modello di Davis, sviluppato da Richard Davis nel 2001, rappresenta un passo significativo nell’analisi del PIU. Davis preferisce il termine “Pathological Internet Use” (PIU) rispetto a “dipendenza da Internet” (Internet addiction disorder – IAD) e basa il suo modello sul concetto suddividendolo in due categorie principali: SPIU (Specific Pathological Internet Use) e GPIU (Generalized Pathological Internet Use).
- SPIU riguarda l’uso patologico legato a una funzione specifica di Internet. Ad esempio, un individuo potrebbe dipendere da un’applicazione di social media in particolare, piuttosto che ad una tematica specifica (es. porno => internet sex addiction).
- GPIU, al contrario, implica un uso eccessivo generale e multidimensionale di Internet, spesso legato all’aspetto sociale della rete.
Il modello di Davis suggerisce che il PIU sia il risultato di cause distali e prossimali. Le cause distali includono una vulnerabilità individuale (diatesi) e un evento di vita stressante, seguendo il modello di diatesi-stress. In altre parole, il comportamento anomalo è una combinazione di predisposizione individuale e fattori di stress nella vita. Il significato di causa prossimali coincide con il fatto che sono sufficienti a causare l’insieme dei sintomi
Un elemento chiave in questo modello è il rinforzo positivo ottenuto dall’uso di Internet (reward). Le nuove funzionalità o attività online possono innescare risposte fisiologiche positive, che condizionano l’individuo a continuare e cercare nuove tecnologie per ottenere lo stesso tipo di risposta.
Le distorsioni cognitive disfunzionali svolgono un ruolo fondamentale nel modello di Davis. Queste distorsioni riguardano i pensieri sul sé e sul mondo. I pensieri sul sé spesso si manifestano attraverso la ruminazione, l’insicurezza, la bassa autoefficacia e l’autovalutazione negativa. Le persone con PIU possono sviluppare una visione negativa di sé stesse e cercare conferme positive online. Le distorsioni cognitive sul mondo portano a generalizzare eventi specifici a tendenze globali, convincendo l’individuo che Internet sia l’unico luogo in cui è rispettato o amato. I sintomi di PIU includono pensieri ossessivi su Internet, ridotto controllo degli impulsi, incapacità di interrompere l’uso di Internet, isolamento sociale, senso di colpa e una diminuzione dell’autostima. Gli individui con PIU possono anche anticipare il tempo online futuro e spendere grandi somme di denaro online.
Le integrazioni dell’esperto di comunicazione (Caplan)
Scott Caplan ha successivamente integrato il modello di Davis, concentrando la sua attenzione sulla preferenza per l’interazione sociale online (POSI) e sull’autoregolamentazione carente nell’uso di Internet. POSI è un costrutto cognitivo che riflette la percezione delle persone di essere più sicure ed efficaci nelle interazioni online rispetto a quelle faccia a faccia. Questo può essere particolarmente rilevante per coloro che sono soli, socialmente ansiosi o con abilità sociali limitate.
Caplan suggerisce che la POSI sia una componente chiave del GPIU e possa spiegare perché alcune persone sviluppano altri indicatori di PIU. Ad esempio, le persone socialmente ansiose possono preferire l’interazione online per mitigare l’ansia legata all’interazione faccia a faccia, inoltre sottolinea che alcune persone possono preferire l’interazione online per alleviare lo stress legato agli incontri nella vita reale, in quanto le caratteristiche della comunicazione online offrono un maggiore controllo nell’autopresentazione e nell’ottenere conforto emotivo.
Un’autoregolamentazione non sufficiente, ovvero l’incapacità di monitorare e regolare l’uso di Internet in modo adeguato che può comportare notevoli difficoltà nella vita quotidiana e di conseguenza autoalimentare tramite un circolo vizioso questo uso patologico dell’universo online.
Conclusioni e riflessioni
Il modello di Davis(+Caplan) ritengo fornisca una comprensione approfondita dell’abuso di internet. I loro costrutti rivelano che il fenomeno non è semplicemente una dipendenza da Internet, ma coinvolge una serie complessa di fattori, tra cui distorsioni cognitive, rinforzo positivo e preferenza per l’interazione sociale online. La comprensione di questi modelli può essere cruciale per affrontare e trattare il tema in modo efficace nella società moderna, in quanto mettono in luce tutti i singoli fattori su cui porre attenzione e le superficie di attacco e le prassi per mitigare a livello di singolo la problematica.
Bibliografia
- R.A. Davis, A cognitive-behavioral model of pathological Internet use, Computers in Human Behavior, Volume 17, Issue 2, 2001, Pages 187-195, ISSN 0747-5632, https://doi.org/10.1016/S0747-5632(00)00041-8. (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0747563200000418)
- Scott E. Caplan, Theory and measurement of generalized problematic Internet use: A two-step approach,Computers in Human Behavior, Volume 26, Issue 5, 2010, Pages 1089-1097, ISSN 0747-5632, https://doi.org/10.1016/j.chb.2010.03.012. (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S074756321000052X)
- Minutillo A, Berretta P, Canuzzi P, La Sala L, Pacifici R (Ed.). Dipendenze da Internet. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2022.(Rapporti ISTISAN 22/5) http://dx.doi.org/10.13140/RG.2.2.35422.31042
Foto di "mikoto.raw Photographer" : https://www.pexels.com/photo/photo-of-woman-using-mobile-phone-3367850/