Non c’è giustificazione al non pensare




Mmmmm.. Should I stay or should I go ?
By Craig Sunter from Manchester, UK
[CC-BY-2.0], via Wikimedia Commons

Semplificando, il “processo decisionale”, supponendo di avere bene individuato il problema/opportunità da risolvere, lo si può rappresentare in questo modo :
prima fase : si cerca la soluzione migliore immaginando di non avere vincoli (Vorrei Fare), in seconda fase : si valuta con i vincoli qual’è il meglio che si possa fare (Potrei Fare)  terza fase : si implementa (Faccio). [poi ci sono i consuntivi i piani di recupero etc… ma limitiamoci alle prime fasi]

E’ evidente che quello che faccio, non è uguale a quello che potrei fare, e che è diverso da quello che vorrei fare, con la relazione (che in qualche modo può essere un po’ deprimente) che si rappresenta come : Ciò che Faccio<=Potrei Fare<=Vorrei Fare

Quando si inverte il paradigma si ottiene che : si incomincia a fare (Faccio), per vedere un po’ dove è possibile arrivare (Avrei Potuto) nella speranza di avvicinarsi il più possibile a quello che sarebbe meglio fare; ma che tutto sommato si tende a dimenticare (Ignoro). Non c’è dubbio che questo paradigma porti risultati inferiore al precedente; la giustificazione espressa, preferita, che porta a prendere tale strada è ” non c’è tempo, bisogna agire subito, è un urgenza “; ma la motivazione reale è che si preferisce tenere la testa sotto terra come gli struzzi, per evitare di sopportare il fatto di non si riescire ad ottenere risultati ottimali e di mancare quegli obbiettivi come sappiamo essere giusto porseli, per cullarsi dicendo che ” più di così non si poteva fare ” …

Chiaramente non posso che dissentire, perchè non c’è giustificazione al non pensare prima di agire!